I Copisti nella storia

Quella del copista è una professione certo poco nota, soprattutto ai giorni nostri caratterizzati da un forte sviluppo tecnologico e digitale. Esercitare un’attività come quella del copista, dal sapore antico, può sembrare decisamente fuori dal tempo, ma non è così. Quella del copista è una professione che esercita tuttora un grande fascino ed è ampiamente collegata con attività passate, come quelle dei celebri monaci amanuensi.

Ma vediamo qual è oggi la definizione di copista. Per copista oggi si intende chi esercita la professione o ha l’incarico di copiare lettere, scritture, documenti, ecc.: copista d’archivio; copista di musica. Anche, chi fa copie di dipinti o sculture è chiamato copista.

Prima dell’invenzione della stampa i copisti erano gli amanuensi, ossia coloro che trascrivevano i codici.

Come si diceva, storicamente i copisti erano identificati con gli amanuensi. La parola amanuense deriva dal latino servus a manu, che era il termine con il quale i romani definivano gli scribi. Sono noti i monaci amanuensi, coloro che per molte ore del giorno stavano nello scriptorium  a sfruttare la luce del giorno che entrava dalle finestre per copiare gli antichi codici. All’attività degli amanuensi si lega il personaggio romano Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, che fondò a Squillace, in Calabria, il monastero di Vivario dedicato allo studio e alla scrittura.

Durante il XIV secolo e il XV secolo, l’arte della copia degli antichi testi aveva raggiunto il suo culmine: i libri, infatti, dopo essere copiati dagli amanuensi, erano controllati sul piano grammaticale e ortografico dai correctores (questo avveniva perché in quei tempi, dato l’ottimo salario degli amanuensi, molti semianalfabeti si dedicavano a questa attività) per poi essere miniati dai miniatores. Inoltre, presso le università, gli allievi copiavano, traducevano e miniavano molti codici, per potersi mantenere nei propri studi.

Allo scopo di dimezzare i tempi di produzione un codice talvolta veniva dato da trascrivere dividendolo fra due amanuensi: ciascuno ricopiava la metà affidatagli e poi le due copie venivano riunite. Questo sforzo collettivo appare ancora più evidente per i grossi codici di lusso che richiedevano anche l’intervento dei miniatori, i quali entravano in gioco solo dopo che l’opera era stata completamente ricopiata dagli amanuensi. Oggi, questo lavoro antico e prezioso, è risorto dal Medioevo per diventare una nuova moda. E così i corsi per gli amanuensi del nuovo Millennio stanno diventando sempre più popolari. Una delle realtà più prestigiose e importanti nel nostro Paese è lo Scriptorium Forojuliense, la scuola italiana degli amanuensi. Si trova a San Daniele del Friuli e dal 2013 a oggi ha formato più di 650 persone

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